mercoledì 29 luglio 2009

Jason Mercier


Alzi la mano l'italiano che non lo ha odiato almeno un po'. Ma alzi la mano anche chi poi non ne ha dovuto apprezzare le oggettive doti di grande giocatore di poker a 360°. Jason Mercier, 22enne nativo di Fort Lauderdale (Florida), e' diventato improvvisamente una star grazie ad un tre di quadri al river, con cui ha eliminato il nostro Dario Minieri al terzo posto del primo EPT italiano, a Sanremo, involandosi verso una vittoria-sprint nell' heads up più veloce della storia: in 2 mani Anthony Lellouche si arrendeva e Jason Mercier, da signor nessuno, diventava campione EPT, in una tappa tra le più seguite di sempre.

A parte il al river che ha regalato il colore all'americano e spezzato il sogno del nostro Darietto Minieri, la vittoria di Jason è stata legittimata dalla condotta globale di questo ragazzo, alla prima esperienza di altissimo livello e subito padrone della situazione. Un call tra i migliori nella storia dei final tables EPT (contro il francese Eric Koskas, ndr), indice di una enorme capacità di lettura degli avversari, e una condotta sempre esemplare: mai una esultanza fuori posto, sempre grande correttezza al tavolo, contrariamente all'apparenza che lo rende invece simile ai suoi aggressivi coetanei poker players, tutti hoodies, i-pod e "C'moooon!".
E dire che a Sanremo, Jason ci era arrivato quasi per sbaglio: qualificato online su Pokerstars, stava quasi per rinunciare per seguire gli amici ad Amsterdam. Poi ha scelto la riviera...

C'era della stoffa in questo ragazzo, che ad appena 21 anni ha abbandonato una carriera da insegnante (precoce, ndr) di matematica per diventare professional poker player. E non gli si può certo dire che abbia fatto male, perchè i risultati post-sanremo hanno confermato quanto di (molto) buono si era detto di lui:

- 4 entrate "in the money" alle WSOP 2008
- tavolo finale all'EPT Barcellona season 5 (6° posto)
- tavolo finale all'evento#3 - £5.000 Pot Limit Omaha - del WSOPE Londra 2008
- Vittoria all'High Roller event - 20.000£ di buy-in - delle WSOPE Londra 2008

Nel frattempo, Jason non ha perso un briciolo della sua umiltà, e quando può torna in Florida, a fare da allenatore alla squadra di Basket della sua ex-High School. Il basket è infatti la sua seconda passione.

Jason Mercier, in meno di un anno di carriera, è stato capace di mettere su vincite, in soli tornei live, per 2.752.423$!!!
fonte e foto assopoker.com
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sabato 25 luglio 2009

AA Vs KK Vs KK


una volta è capitato anche a me, ed ero KK :( ...Leggi il resto dell'articolo

venerdì 24 luglio 2009

Phil Hellmuth Jr

Phil comincio' la sua carriera nel poker con l’obiettivo di diventare il giocatore piu' forte di tutti i tempi. Ora, dopo undici vittorie nel circuito delle World Series of Poker e una cinquantina di titoli nei vari tornei a cui ha preso parte, Hellmuth ha dimostrato nei fatti come la sua aspirazione fosse ben fondata.

Un vero enfant prodige del poker Phil jr, infatti dopo aver conseguito la laurea all’università del Wisconsin a 24 anni, partecipa e vince il suo primo titolo alle WSOP (Main Event nell’'89) sconfiggendo Johnny Chan- che lottava per il terzo titolo consecutivo - risultando così uno tra i più giovani giocatori ad aver conquistato un braccialetto in quel di Las Vegas.

A questo ha poi aggiunto affermazioni anche lontano dagli States con il World’s Biggest Seven-card Stud Tournament disputato in Austria e la vittoria nel Late Night Poker, uno show televisivo in onda su Channel4 in Gran Bretagna. Dopo questa
escalation di successi lo schiacciasassi Hellmuth fu votato nel 1996 dagli altri giocatori professionisti, come il miglior giocatore di tornei nel mondo. La sua popolarità aumentò quando la Oakley e la EA Sports lo ingaggiarono come loro testimonial definendolo un’icona del poker.

A tutt’oggi nel suo carniere ben 50 tornei vinti e la bellezza di 10 braccialetti alle WSOP, stesse vittorie di Doyle Brunson e Johnny Chan. Nel 2005 ha vinto il Golden Nugget’s National Heads-Up Poker Tournament, a cui ha preso parte il gotha del poker mondiale. Il nostro Phil ha sbaragliato la concorrenza battendo uno dopo l’altro campioni del calibro di Men “The Master” Nguyen, Paul Phillips, Huck Seed, Lyle Berman e Antonio “The Magician”Esfandiari. In finale poi lo scontro stellare con Chris“Jesus”Ferguson che gli è valso la prima moneta di $500,000.

Attualmente è al sesto posto della money list della storia delle WSOP con oltre 4.9 milioni di dollari vinti. Helmuth vanta anche due tavoli finali nel circuito del WPT. La sua fama è alta anche fuori dal tavolo da gioco grazie a i suoi tre libri sul poker. Il primo scritto nel 2003 "Play Poker like the Pros" ( Gioca a poker come un Pro) è stato un autentico best-seller tanto da finire nella calssifica dei libri più venduti del New York Times. Il libro è stato poi tradotto anche in francese e in ceco. Gli altri sono "Bad Beats and Lucky Draws" del 2004 e "Texas-Hold’em" (Harper Torch)”del 2005. In preparazione anche la sua autobiografia che dovrà intitolarsi “Poker Brat”. Phil è anche un ottimo imprenditore di se stesso, infatti gestisce un proprio sito internet con una poker room che porta il suo nome e commercializza i suoi video che insegnano a giocare a poker. Tra le chicce anche un set di fiches con il nome del professionista del Wisconsin in bella evidenza.

La casa cinematografica Beacon Pictures ha comprato i diritti della sua autobiografia e si appresta a girare un film sulla sua vita intitolato “The Madison Kid", mentre ul canale televisivo Game Show Network sta sviluppando un reality dal titolo “Winner Take All”scritto e condotto dallo stesso Hellmuth. Nonostante una carriera così intensa Phil non ha trascurato gli affetti, attualmente abita a Palo Alto in California con sua moglie Kathy, che insegna alla Stanford University e i suoi due figli Phillip III e Nicholas.

E’ il giocatore con il maggior numero di piazzamenti “in the money” (ben 57) nelle World Series e quello che detieni il maggior numero di braccialetti WSOP: ben 11 (l’ultimo conquistato durante le WSOP 2007) Ha limitato di molto le sue attività nei tornei, fa prettamente le WSOP e i tornei di beneficenza. Si dedica alla famiglia, come spesso sottolinea lui stesso.
fonte assopoker.it
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mercoledì 22 luglio 2009

Bluff Mads Andersen and Philip Helm

Interesting hand between danish pokerplayers Mads Andersen and Philip Helm from the 2006 final table, EPT Copenhagen. Don't play the cards, play the players.. ;) ...Leggi il resto dell'articolo

martedì 21 luglio 2009

Dario Alioto


Dario nasce a Palermo nel 1984. Fin da ragazzino pratica Judo, giungendo a livelli professionistici. Questo influirà sulla sua futura attività di professional poker player per diversi aspetti: la disciplina e lo spirito competitivo che quest’arte ha sviluppato in lui, e il nickname “Ryu” che Dario sceglie fin dagli inizi: Ryu era infatti il personaggio principale di un noto videogame di lotta degli anni 90, “Street Fighter” della capcom.
Nel 2005 si dà al poker, e dopo qualche mese passato a studiare ai primi livelli, Dario “Ryu” diventa inarrestabile come il suo omonimo eroe. La svolta arriva nel settembre del 2005: Dario si qualifica per l’EPT di Barcellona, e al termine di un torneo fantastico giunge 7°, vincendo 52.000€ e soprattutto diventando subito uno dei volti più conosciuti del poker italiano.

Anche se la sua prima vetrina internazionale arriva col No Limit Hold’em e in modalità torneo, è nella specialità Pot Limit Omaha che Dario si specializza, e nella quale diventa presto uno dei più forti cash players al mondo. Così Dario accumula esperienza e rispetto (e soldi, ovviamente, ndr) ai tavoli PLO delle principali poker rooms, tra cui “faccedapoker”, la prima a credere in lui e offrirgli una sponsorship.

Ma settembre è decisamente il mese di Dario, visto che nel 2007 conquista il suo primo grande alloro internazionale, il braccialetto WSOPE, ovviamente nella specialità PLO. Al termine di due giorni intensissimi, Dario riesce a mettere in fila 155 avversari, tra cui alcuni dei più forti ‘omahisti’ al mondo (Rafi Amit, Andy Bloch, Ted Forrest, Tony G ), incassando un primo premio da 472.000$ e consolidandosi ormai come stella di prima grandezza.

Da allora dire Pot Limit Omaha è dire ‘Ryu’. Se ne è accorta anche Full Tilt, che poco dopo il braccialetto vinto, lo ha preso nel suo team. Su Full Tilt dario ha anche un tavolo PLO personalizzato con stakes 25$/50$, in cui è possibile sfidarlo.

Se è vero che Dario non ama i tornei e rimane un mostro del cash game, è altrettanto vero che nei grandi eventi, con grandi stimoli, è sempre capace di dare il meglio di sé. Il judoka che è sempre in lui, fa sì che Dario si esalti di fronte ad avversari forti. All’EPT finals 2008 di Montecarlo, ad esempio, Dario è stato a lungo allo stesso tavolo con – tutti insieme – Gus Hansen, Max Pescatori ed Antonio Esfandiari . Beh, tutti i presenti hanno constatato come Dario sia riuscito con estrema facilità a comandare un tavolo di quel genere …..

Ad oggi Dario Alioto vince in carriera, di soli tornei, 620.000$!
fonte assopoker.com
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lunedì 20 luglio 2009

Bluff Dario Minieri


qui ne vediamo uno di Dario Minieri
Il Bluff è un arma molto utilizzata dai giocatori di poker. Per renderlo efficace è importante creare uno stile di gioco che inducarrà gli avversari a cadere nella trappola
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Antonio Esfandiari

Amir, il nome di Antonio Esfandiari alla nascita, e' nato a Teheran in Iran l’8 di dicembre (non, non state leggendo male, la data di nascita di Antonio e' infatti sconosciuta agli addetti ai lavori). La sua famiglia emigro' negli States quando Antonio aveva sei anni per consentire a lui e a suo fratello Pasha di vivere una vita migliore.

La famiglia Esfandiari si stabilì in California a San Jose, e si trovò in difficoltà perchè suo padre parlava poco o niente di inglese, mentre Antonio e suo fratello a causa della giovane età conoscevano solo il Farsi, la lingua parlata in Iran. Il padre di Antonio cercò in tutti i modi di venire incontro alle difficoltà della sua famiglia e si prodigò per dare ai suoi figli un’ottima educazione. Le cose si complicarono quando la madre di Antonio lasciò il padre per far ritorno in Iran. Tuttavia si persero di coraggio, potendo anche contare sull’aiuto della nonna paterna.

La scuola era difficile per Antonio e suo fratello, anche se la loro conoscenza linguistica migliorava costantemente. Da piccoli i fratelli Esfandairi erano presi in giro dai loro coetanei per i loro tratti mediorientali e per la loro pronuncia, decisero così di modificare e americanizzare i propri nomi per annullare le differenze con gli altri bambini, Amir diventò Anthony e Pasha cambiò nome in Paul.

A undici anni, Antonio ottene un lavoro come telemarketer, che gli faceva guadagnare abbastanza soldi per comprarsi vestiti alla moda e uscire con i suoi primi amici.

A sedici anni lavora come cameriere e proprio nel ristorante dove lavora, conosce un bartender (un barista che fa evoluzioni con le bottiglie) che gli insegna i primi trucchi con le carte. Antonio ne rimane folgorato e comincia a comprare libri e videocasette per imparare sempre nuovi trucchi. Nei primi tempi si esercita nel locale dove lavora, intrattenedo i clienti, per poi diventare un vero e proprio prestigiatore animando i party in cui è ingaggiato. Decide anche di cambiare il suo nome da Anthony all’attuale Antonio, perchè lo reputa più mistico per il suo nuovo lavoro. La sua vita cambia, la nuova carriera di mago lo porta a stare fuori fino a notte tarda e a lavorare a orari impensabili, così decide di lasciare la casa di suo padre a diciassette anni, per stabilirsi con il suo migliore amico.

A diciannove anni accompagna un suo amico in una card room di San Jose. L’amico di Antonio è impegnato in un torneo, mentere lui si siede ad un tavolo di Texas Hold’em No Limit. Come era successo con la magia Antonio subito si innamora del gioco del poker e cerca di imparare il più possibile per riuscire a diventare un professionista e far soldi con le carte. Il lato che più lo affascina è la capacità che hanno i giocatori più navigati di bluffare a loro piacimento.

Antonio comincia a giocare ai tavoli cash e a tornei con un piccolo buy-in, tanto da riuscire ad accumulare un discreto bankroll per prendere parte al Main Event delle WSOP a Las Vegas. Giocando ai tavoli dei Casino della "Mecca del gioco d’azzardo", decurtò considerevolmente il suo conto in banca. In una mano al tavolo conobbe Phil Laak e subito i due divennero amici. Phil consolò Antonio per la disastrosa trasferta in Nevada, consigliandoli come tenere a freno la sua foga e avere una migliore gestione delle oscillazioni del proprio bankroll. Facendo tesoro dei consigli del suo amico pro, tornò a San Jose deciso a fare il bello e cattivo tempo ai tavoli delle card room della sua città e a diventare un maestro della strategia di gioco.

Nel 2002 Antonio prende parte al suo primo torneo del World Poker Tour a San Francisco giungendo fino al tavolo finale del Main event, calssificandosi al terzo posto e portando a casa un premio di $44,000. L’ottimo risultato ottenuto e la sua faccia che a detta di tutti bucava senza dubbio il video, lo fecero diventare una star del circuito.

Nel 2004 la sua maggiore affermazione: primo al L.A. Poker Classic al Bicycle Casino con la super vincita di $1,399,135. Non contento il giorno dopo, praticamente senza dormire, prese parte al Wpt Invitational giungendo sesto. Antonio è diventato un simbolo del poker nel mondo, grazie anche al successo che riscuote presso il gentil sesso, catturato dal suo fascino mediorientale.

Antonio nel 2004 torna a Las Vegas per le WSOP e vince il braccialetto nel Pot Limit Holdem e ripensa a come in due anni la sua vita da giocatore di poker sia cambiata. Appena due anni prima il suo bankroll era praticamente in rosso, mentre ora è un giocatore affermato e soprattutto vincente. L’unico neo che restava nella vita di Antonio era la reticenza che aveva il padre verso la sua vita da professionista del poker, così un giorno decise di portarlo con sé al tavolo da gioco, per fargli capire che lui non era affatto un malato d’azzardo, ma un giocatore meticoloso e attento.

Il padre restò favorevolmente impressionato, quando vide con quale facilità Antonio riusciva a leggere le carte dei suoi avversarie a sbaragliarli al tavolo.

fonte e foto assopoker.com
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